Nel cuore pulsante di Ferrari Fashion School, gli studenti hanno avuto l’opportunità unica di immergersi nel mondo del costume cinematografico con uno dei maestri del settore, Massimo Cantini Parrini. Riconosciuto per il suo impegno accademico e le numerose vittorie, tra cui cinque David di Donatello e l’EFA come miglior costumista, Parrini porta con sé un bagaglio di esperienze senza pari.
Cresciuto a Firenze, il fascino per il costume ha catturato Parrini già dalla giovane età, ispirato dalla nonna sarta e dal suo precoce interesse per i capi d’epoca. La sua carriera lo ha visto diventare oltre che uno stimato custode di un archivio che conta oltre 4.000 pezzi di rara fattura anche un punto di riferimento essenziale per grandi produzioni cinematografiche internazionali e illustri registi come Matteo Garrone e Joe Wright.
Durante la sua visita in Ferrari Fashion School, Parrini ha condiviso con gli studenti non solo le tecniche dietro ai grandi capolavori del costume ma anche aneddoti personali di collaborazioni con figure iconiche del cinema, del teatro e del mondo dell’alta sartoria. La lezione si è trasformata in un dialogo aperto sull’arte di creare storie attraverso i tessuti, evidenziando l’importanza dell’umiltà e della passione nel perseguire una carriera nel design di costume.
I consigli di Parrini agli studenti non sono stati solo pratici, ha enfatizzato anche il valore dei passi metodici, l’importanza della cultura della moda e dell’apprendimento continuo, elementi che considera fondamentali per chiunque aspiri a eccellere in questo campo dinamico e sfidante.
La presenza di Massimo Cantini Parrini in Ferrari Fashion School è una testimonianza del legame indissolubile tra l’arte del costume e la narrativa cinematografica, un legame che continua ad ispirare e formare le nuove generazioni di creativi.
Ferrari Fashion School ha voluto proseguire il dialogo intervistando l’ospite approfondendo la sua visione per condividere e arricchire i nostri giovani talenti con nuovi spunti di riflessione.
Qual è il consiglio più prezioso che potresti dare a chi desidera intraprendere una carriera nel costume design, soprattutto nel contesto del cinema e del teatro, campi in cui hai ottenuto grande successo e riconoscimento?
Il consiglio più prezioso che posso dare è quello di studiare e documentarsi il più possibile. Come dico sempre la scuola ti dà il 50% di quello che poi sarai, ma poi la sera a casa è importantissimo dedicarsi alla propria passione e se hai passione per il costume e la moda io consiglio di leggere, studiare e vedere mostre. È importantissimo lo studio del passato, tutto ciò che siamo stati e tutto ciò che la moda è stata, anche perché il costume è stato moda e la moda sarà costume.
Quale competenza ritieni essenziale per eccellere nel campo della moda e del costume? E come possono meglio prepararsi per le sfide del settore?
La competenza migliore è la padronanza della materia, quando conosci la materia nel modo migliore possibile e in questa scuola ovviamente ci sono vari corsi di formazione, è l’approccio migliore per il mondo del lavoro. Adesso è tutto molto più veloce quindi anche lo studio deve essere molto più aggiornato. La conoscenza del passato però come dicevo prima deve essere la base di tutto.
Nel corso della tua carriera, hai assistito a un crescente interesse verso la sostenibilità nel design dei costumi. Come integri i principi di sostenibilità nel tuo lavoro?
Integro moltissimo la sostenibilità nel mio lavoro perché uso tantissimo vintage e già usando vintage riesci ad azzerare lo spreco del mondo del tessile. Uso anche materie che sono prettamente naturali perché sia sullo schermo che nella moda e nel quotidiano hanno una resa migliore.
Chi o cosa ti ha maggiormente influenzato nella tua carriera? Ci sono figure storiche o contemporanee nel mondo della moda o del cinema che consigli agli studenti di studiare per arricchire la loro visione artistica?
A me hanno dato tantissimi i miei tre maestri che sono Cristina Giorgetti, Piero Tosi e Gabriella Pescucci. Però questo è nel mio ambito che è quello del costume. Personalmente nella moda credo che ognuno abbia il suo mentore vivo o morto che sia a cui ispirarsi e appellarsi. Il consiglio è quello di non fermarsi a una cosa sola a una persona sola ma cercare di capire il mondo di chi ti ha preceduto e come l’ha sviluppato per poi far si che sia arrivato a noi, nelle strade e nella vita di tutti i giorni.