Anna Lottersberger, DEAN di Ferrari Fashion School, ha intervistato Gabriela Moschini, professionista con un MBA e un’esperienza consolidata nel settore moda, avendo ricoperto ruoli in merchandising per brand come Prada, Max Mara e Roberto Cavalli. Durante l’intervista, Gabriela ha condiviso il suo percorso nel mondo del fashion buying, spiegando come il ruolo si sia evoluto con l’avvento delle strategie omnichannel e l’integrazione di nuove tecnologie. Ha anche sottolineato l’importanza di un equilibrio tra dati, intuizione ed esperienza per prendere decisioni di acquisto strategiche.
Gabriela ha consigliato agli aspiranti fashion buyer di prepararsi tecnicamente e di sviluppare abilità relazionali per lavorare in modo efficace con i vari reparti aziendali, un aspetto fondamentale per avere successo in questo campo.
Ci può raccontare del suo percorso nel settore della moda e di come è diventata una fashion buyer?
Ho iniziato a lavorare nel mondo della moda subito dopo aver completato il mio MBA. Sebbene avessi esperienza come acquisti e fossi forte con i numeri, non avevo esperienza diretta nel settore della moda, ma solo una grande passione per esso. Sono stata fortunata a trovare un brand che ha riconosciuto l’importanza di acquisire conoscenze per sviluppare le competenze necessarie per un ruolo così dinamico all’interno dell’azienda.
Quali sono le diverse descrizioni di ruolo, compiti e competenze all’interno del ruolo di “fashion buyer”?
Distinguerei due principali tipi di buyer: il buyer retail, a volte chiamato anche retail merchandiser, e il fashion buyer per negozi multibrand. Entrambi i ruoli comportano la selezione dei prodotti per i negozi, ma il buyer retail si concentra sugli acquisti per un singolo brand su più negozi diretti, mentre il fashion buyer lavora con diversi brand per curare un mix equilibrato di marchi e prodotti. Entrambi i ruoli richiedono forti competenze analitiche, un buon senso della moda, confidenza con i numeri e una grande flessibilità e capacità di multitasking!
Come è cambiato il ruolo del fashion buyer nel mercato del lusso nel corso degli anni, soprattutto con l’ascesa dell’e-commerce e dei social media?
Il ruolo è cambiato significativamente, evolvendosi da un focus sui multibrand all’ascesa dei monobrand, e ora si tratta di strategie omnichannel, il che ha reso tutto più complesso, ma anche più interessante.
Quali tendenze emergenti vede che modelleranno il futuro della moda nei prossimi cinque anni?
La tecnologia avrà un ruolo cruciale nel rimodellare l’industria, dalla realtà aumentata e virtuale che migliorerà le esperienze “phygital” all’integrazione dell’AI in ogni parte del business, dal design al retail.
Quale ruolo svolgono i dati e l’analisi nelle sue decisioni di acquisto e come vengono integrati con l’intuizione e l’esperienza del buyer?
Direi che l’analisi è fondamentale. Studiare le vendite passate e le performance correnti, mentre si tiene d’occhio le tendenze di mercato, è la chiave per un piano di acquisto il più accurato possibile. L’esperienza e l’intuizione giocano un ruolo importante, ma è già fondamentale partire su basi solide. Consiglio ai buyer di trascorrere del tempo nei negozi, osservando il comportamento dei clienti e le loro preferenze, per prendere decisioni più informate. Non limitatevi alla scrivania o al computer.
Può raccontarci un episodio in cui una decisione di acquisto non è andata come previsto? Cosa ha imparato da quell’esperienza?
Affidarsi esclusivamente ai numeri a volte può portare a decisioni di acquisto errate. Ricordo un’occasione in cui ho fatto delle scelte sbagliate, basandomi troppo sui numeri e non considerando appieno che il prodotto che avevamo nei negozi non era “il prodotto giusto, al momento giusto”. Fortunatamente, il mio lavoro mi consente di interagire con diverse figure aziendali, il che mi ha aiutato a riconoscere gli errori e prendere decisioni rapide per affrontare la situazione. Quello che ho imparato è stato di essere più umile e aperta all’ascolto delle persone che conoscono il brand, il mercato e i clienti, anche se la responsabilità finale è sempre tua.
Che consiglio darebbe a chi aspira a diventare un buyer nel settore del lusso?
Il lavoro del fashion buyer è frenetico e impegnativo, comprende una vasta gamma di attività e richiede una stretta collaborazione con molti reparti aziendali. Oltre alle complessità tecniche, il ruolo richiede anche diplomazia e forti competenze relazionali. Il mio consiglio è di prepararsi al meglio a scuola, acquisendo le conoscenze necessarie, poiché ci sono molte altre competenze che si possono acquisire successivamente.